Fiat 131 Abarth Rally - Lo Scorpione in testa al mondo
Che sia stata una mossa sbagliata da parte del gruppo Fiat sostituire la Stratos come vettura ufficiale nel Mondiale Rally è chiaro. Come già è stato detto in un precedente articolo, era una macchina che aveva davvero tanto da dare e da vincere. Per fortuna la sua sostituta non fece sentire più di tanto la sua mancanza, portando ancora una volta in alto il tricolore italiano nei rally. Stiamo parlando della Fiat 131 Abarth Rally, versione elaborata a opera di Abarth della Fiat 131. Motore con 4 cilindri in linea, cilindrata di 1.995 cm³, sprigionante una potenza di 140 Cv.
Come la Stratos, anche lei vinse ben tre mondiali: 1977, 1978 e 1980.
Nel '77 esordì nel Rally di Montecarlo arrivando 2^, dietro alla Stratos guidata da Munari. Si piazzò al primo posto al Rally del Portogallo, così come al South Pacific Rally, dove ottenne anche il terzo posto. Al Rally dei Mille Laghi, in Finlandia, arrivò 2^ e al rally successivo, il Rally del Canada, salì sui due gradini più alti del podio.
Avendo poi fatto tripletta al Rally di Sanremo e avendo ottenuto il 1° e il 3° posto al Tour de Corse, si aggiudicò il titolo mondiale. Oltre ad aver vinto una macchina italiana, il mondiale piloti vide al successo un italiano, Sandro Munari, con la sua Lancia Stratos.
Anche il '78 fu un anno pieno di successi per la 131: 3^ in Svezia, 1^ in Portogallo, sui due gradini più alti del podio per tre rally di fila, Grecia, Finlandia e Canada, 2^ in Italia, preceduta da Munari, e infine su tutti i tre i gradini del podio al Tour de Corse. Questa volta, oltre al titolo costruttori, anche il titolo piloti andò ad Abarth, ottenuto dal pilota finlandese Markku Alén.
Straordinaria annata fu il 1980, in cui la 131 non arrivò al podio per soli tre rally. Protagonista di questo mondiale fu Walter Rohrl, che portò la sua vettura al podio nei rally di Montecarlo, Svezia, Portogallo, Argentina, Nuova Zelanda, Italia e Francia. Anche Markku Alén e lo svedese Björn contribuirono in maniera fondamentale al successo della Fiat 131, che dopo due anni dal suo ultimo mondiale vinto ritorna al successo, successo che ebbe meritatamente anche il tedesco Rohrl, vincitore titolo piloti dell'80.
Un'auto a cui fu data tanta fiducia, che riuscì a ripagare sbaragliando la sua concorrenza e ribadendo che in fatto di macchine e di corse, noi italiani non siamo secondi a nessuno e non lo siamo mai stati, mai.
Nel '77 esordì nel Rally di Montecarlo arrivando 2^, dietro alla Stratos guidata da Munari. Si piazzò al primo posto al Rally del Portogallo, così come al South Pacific Rally, dove ottenne anche il terzo posto. Al Rally dei Mille Laghi, in Finlandia, arrivò 2^ e al rally successivo, il Rally del Canada, salì sui due gradini più alti del podio.
Avendo poi fatto tripletta al Rally di Sanremo e avendo ottenuto il 1° e il 3° posto al Tour de Corse, si aggiudicò il titolo mondiale. Oltre ad aver vinto una macchina italiana, il mondiale piloti vide al successo un italiano, Sandro Munari, con la sua Lancia Stratos.
Anche il '78 fu un anno pieno di successi per la 131: 3^ in Svezia, 1^ in Portogallo, sui due gradini più alti del podio per tre rally di fila, Grecia, Finlandia e Canada, 2^ in Italia, preceduta da Munari, e infine su tutti i tre i gradini del podio al Tour de Corse. Questa volta, oltre al titolo costruttori, anche il titolo piloti andò ad Abarth, ottenuto dal pilota finlandese Markku Alén.
Straordinaria annata fu il 1980, in cui la 131 non arrivò al podio per soli tre rally. Protagonista di questo mondiale fu Walter Rohrl, che portò la sua vettura al podio nei rally di Montecarlo, Svezia, Portogallo, Argentina, Nuova Zelanda, Italia e Francia. Anche Markku Alén e lo svedese Björn contribuirono in maniera fondamentale al successo della Fiat 131, che dopo due anni dal suo ultimo mondiale vinto ritorna al successo, successo che ebbe meritatamente anche il tedesco Rohrl, vincitore titolo piloti dell'80.
Un'auto a cui fu data tanta fiducia, che riuscì a ripagare sbaragliando la sua concorrenza e ribadendo che in fatto di macchine e di corse, noi italiani non siamo secondi a nessuno e non lo siamo mai stati, mai.
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